Come saprai, le protesi fisse su impianti sono una delle migliori soluzioni per la sostituzione dei denti mancanti, ma utilizzare impianti singoli per sostituire tutti i denti di un’unica arcata sarebbe impegnativo, dispendioso e poco pratico.
Ma non c’è nulla da temere! Anche in questi casi è spesso possibile reinserire dei denti fissi nella bocca, con alcune soluzioni che riducono l’invasività e rendono l’intervento molto più pratico e funzionale alla risoluzione del problema.
Stiamo parlando della Toronto Bridge.
Di cosa è fatta?
Si tratta di una protesi di una intera arcata che può essere fissata su quattro o sei impianti. È da quasi 40 anni che questa tecnica di implantologia viene praticata con grande successo, e in questo tempo è stata perfezionata e migliorata. Se prima il manufatto protesico (ossia i denti visibili) veniva realizzato artigianalmente dagli odontotecnici, adesso è possibile progettarlo interamente in digitale, grazie a software di modellazione 3D, e realizzata da macchinari tecnologicamente all’avanguardia. Questo riduce di molto la possibilità di errori o imprecisioni sulla superficie della protesi.
Anche la progettazione dell’inserimento degli impianti è ora possibile farla in via digitale prima dell’intervento grazie alla metodica della chirurgia guidata, che permette di risparmiare spesso tempo e ridurre i potenziali errori nell’atto chirurgico.
Anche i materiali utilizzati hanno subito un miglioramento: la Toronto Bridge adesso viene anche realizzata in alcuni casi in zirconio, un materiale biocompatibile resistente ed esteticamente gradevole.
Dovendo ricoprire tutta una arcata, sotto i denti è prevista la presenza di una “gengiva finta” (chiamata flangia) che viene poggiata nella bocca del paziente e fissata con gli impianti. Questa flangia inizia ben al di sotto della linea del sorriso, quindi non è facile notare l’impianto senza esserne a conoscenza.
In alcuni casi, se le condizioni lo permettono, si possono effettuare le tecniche di “Toronto Bridge senza gengiva” in cui manca la flangia rosa di gengiva artificiale.
Oltre a essere, quindi, una soluzione incredibilmente efficace per la sostituzione dei denti, si può avere una riabilitazione estetica molto soddisfacente.
Come si mette?
Come abbiamo detto, si tratta di una arcata artificiale che si fissa su quattro o sei impianti, quindi i tempi e il procedimento sono simili a quelli dell’impianto per il dente singolo. Dopo una prima TAC di controllo per verificare la quantità e qualità dell’osso presente, è possibile posizionare digitalmente i luoghi in cui andrà inserita la vite in materiale biocompatibile (titanio o zirconio). Dopo una prima simulazione virtuale, per evitare eventuali errori ed avere una perfetta pianificazione, è possibile procedere alla chirurgia di inserimento egli impianti.
Questo processo digitale chiamato “chirurgia guidata” non è obbligatorio, ovviamente (solo di recente la tecnologia ci ha permesso tutto questo), ma aumentare la precisione significa anche evitare problematiche future. Non solo, grazie a questo metodo è possibile ridurre i tempi dell’intervento.
Il giorno dell’intervento, sotto anestesia, vengono inseriti gli impianti nell’osso. In alcuni casi, se le viti hanno una stabilità sufficiente, è possibile inserire una protesi provvisoria fissa (il cosiddetto “carico immediato”) per uscire dallo studio già con il tuo nuovo sorriso.
Per inserire il definitivo, invece, si dovranno attendere i tempi della osteointegrazione (generalmente intorno a 3-6 mesi). Qualora invece la situazione non permetta di procedere col carico immediato ovviamente non si rimarrà senza denti ma si dovrà utilizzare una protesi mobile provvisoria per alcuni mesi.
Che differenza c’è con il metodo All-on-4 e All-on-6?
Chi è già informato sulle tecniche di implantologia può pensare che si tratti della stessa metodica conosciuta con i nomi All-on-4 e All-on-6, cioè gli impianti su quattro o sei viti, protocollo ideato anni or sono da Paul Malò ed estremamente in voga.
In parte è così, ma il Toronto Bridge (che prende il nome dalla città in cui è stato presentato la prima volta) ha una differenza sostanziale: l’inclinazione e la lunghezza degli impianti. Mentre All-on-4 e All-on-6 utilizzano impianti più lunghi e inclinati, la Toronto Bridge ha viti più corte e dritte, perpendicolari all’arcata.
Il motivo della lunghezza e dell’inclinazione maggiore delle altre due metodologie implantari si deve al fatto che vengono utilizzate soprattutto quando c’è poco osso, e quindi è necessario raggiungere profondità maggiori. Mentre quindi All-on-4 e All-on-6 sono indicati quando si vuole raggiungere l’osso più in profondità o c’è poco osso posteriore, mentre il Toronto Bridge assicura più stabilità.
Toronto Bridge costo?
Giustamente ti starai preoccupando del costo della Toronto Bridge o delle tecniche All-on-4 o All-on-6. Il prezzo di una Toronto Bridge può variare per una enormità di fattori e come sempre, quando si tratta di salute, è fondamentale trovare la miglior soluzione in termini di costo per la qualità e non puntare solamente al prezzo più basso, che spesso può nascondere molte insidie e creare nel medio-lungo termine problemi molto molto complessi da risolvere come infezioni agli impianti, rotture delle protesi e così via.
I parametri che possono far variare i costi di una riabilitazione di questo tipo (escludendo le promozioni fatte all’estero in cui i prezzi sono nettamente più bassi per via del carico fiscale e del costo della vita) e a cui bisogna fare caso sono:
É quindi ovvio che in Italia i costi possano variare da 4000 mila ad arcata ad oltre 15 negli studi di maggiore qualità e che offrono tutte le tecnologie e procedure qui indicate con impianti di marche implantari importanti, forniscano due protesi (provvisorie e definitive) e altri accorgimenti.
Quali sono i vantaggi?
I vantaggi della Toronto Bridge sono molti:
Si tratta quindi di una pratica implantare che in molti casi può essere la soluzione corretta per sostituire i denti....se sono persi!
E come ho cercato di dirti, è una soluzione esteticamente gradevole e discreta, e oramai non c’è ragione per cui indossare una protesi in bocca possa essere motivo di imbarazzo.
Detto questo, come ripeto sempre, non è detto che i denti vadano per forza sostituiti: a volte, come in alcuni casi di parodontite, è possibile salvare i denti naturali e mantenerli in bocca il più a lungo possibile, rimandando o evitando estrazioni e impianti. Una visita da uno specialista potrà rispondere a ogni domanda in merito!
Se invece hai la necessità di sostituire una intera arcata o vuoi “buttare via la dentiera”, puoi chiedere al nostro studio maggiori informazioni sulla Toronto Bridge, per capire se si tratta della soluzione che fa al caso tuo!
Se stai cercando un dentista a cui affidarti, siamo certi di poterti aiutare. Cerchiamo infatti soluzioni su misura, basate anche sulle tue esigenze di tempo e di budget.
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